04/11/2015 – Difesa avanzata della casa assegnata al convivente more uxorio.

Interviene a piè pari la prima sezione della Corte di Cassazione…

Con sentenza n.17971 dell’11.09.2015, primo caso in Italia, è stato salvaguardato il diritto di abitazione della già convivente more uxorio, la quale aveva mantenuto la residenza con i figli nella casa di proprietà esclusiva del padre allontanatosi, ed il quale ultimo aveva pensato bene (si fa per dire) di vendere la casa in fretta e furia, prima che intervenisse il formale provvedimento di assegnazione alla ex da parte del giudice.

Il nuovo proprietario si è visto opporre la situazione di fatto dalla ex convivente del venditore, che, dimostrato che l’acquirente non poteva non sapere che nella casa vivevano lei ed i figli, ha dunque evitato lo sfratto.

Occorre precisare che la materia, dopo la riforma del 2013, equiparativa dei diritti dei figli legittimi a quelli nati da coppie conviventi, riceve regolamentazione nell’art. 337 sexies del Codice Civile. Tale norma, però, si limita a tutelare il convivente more uxorio che abbia già ottenuto il provvedimento giudiziale di assegnazione, e l’abbia debitamente trascritto ai registri immobiliari, rendendolo così opponibile agli eventuali terzi acquirenti (la mancata trascrizione del provvedimento, secondo i principi consolidati in giurisprudenza, limita invece l’opponibilità del diritto di abitazione ai nove anni successivi allo stesso).

Ma, nel caso in esame, la Suprema Corte è andata oltre: infatti non vi era stato ancora alcun provvedimento giudiziale di assegnazione della casa. Vi era soltanto una situazione abitativa di fatto, che è stata comunque salvaguardata, facendo applicazione analogica delle norme sul comodato d’uso. Ci pare però decisiva, in questa pronuncia innovativa della Cassazione, la considerazione della mala fede del terzo acquirente, con la conoscenza (presunta), da parte di questi, della situazione abitativa dell’immobile acquistato.

Occorrerà vedere se questo importante precedente avrà seguito.